7 Alessandria d'Egitto - Imbarco

Nel campo di Alessandria d'Egitto, ci danno in dotazione il piatto,un bicchiere,cucchiaio e forchetta,dopo qualche giorno,ci imbarcano per arrivare in altro campo di concentramento senza conoscere la destinazione. Certo é che siamo entrati in una nave ci hanno assegnato i posti"cuccette alla marinaia"disposte nei stessi locali adibiti a refettorio. Inizia la navigazione,il primo mattino ci fanno fare colazione con un bicchiere di the e un panino piccolo come una pesca di media misura. Nelle ore del mattino,verso le ore 10,ci fanno prendere aria "sotto scorta armata" per trenta minuti dal ponte della nave e si rientra nel locale refettorio; a mezzogiorno ci danno il pranzo,brodaglia, costituita da un mescolo di acqua calda,con aggiunta di bucce di patate, e rari fili dì pasta con qualche fagiolo;a cena ci hanno dato un bicchiere di the,e un panino come quello del mattino. Questo trattamento c'é stato servito il primo giorno e fino all'ultimo giorno di navigazione,navigazione che é durata per circa trenta giorni e questi sono stati trenta giorni di sofferenza indescrivibile. Allo sbarco, abbiamo saputo dove eravamo approdati,"Porto di Durban nel Sud Africa. Quello che ricordo bene,il giorno dello sbarco é la vigilia della S. Pasqua del 1941. Quando siamo sbarcati,ci sentivamo così deboli e sofferenti, ci hanno portati nel campo di smistamento della città di Durban,siamo arrivati di sera,e ci hanno fatto cenare con un bicchiere di latte e orzo con una galletta biscotto molto buona,e abbondante a confronto di quello che ci davano sulla nave;é stata una sorpresa,non pensavamo di trovare questa tazza di latte e orzo con la galletta succitata; ma,assieme ad una buona accoglienza,a raffronto di tutti gli altri campi,abbiamo avuto una paurosa disavventura che ci ha ammutoliti all'istante mentre consumavamo quello che ci avevano dato. E' capitato che il soldato inglese,addetto alla distribuzione della cena,pensando di fare cosa buona e ignaro delle nostre sofferenze patite,ha dato un mescolo di latte e un biscotto in più ad un nostro commilitone che con la fame che abbiamo,ha mangiato come chiunque altro avrebbe fatto. Dopo pochissimo tempo,questo commilitone ha accusato forti dolori intestinali,é caduto a terra,e, immediatamente soccorso non c'é stato niente da fare. Allertati, abbiamo saputo che la sua morte é stata causata dalla ristrettezza dell'intestino per le troppe sof¬ferenze patite. A conoscenza dell'accaduto,Il Comando di Campo e consulti medici, ci annunciano che da domani,ci sarà la distribuzione del cibo in modo graduale fino a che l'intestino si riabitui nelle sue funzioni. E' buio,ci fanno prendere posto sotto le tende già predisposte,ci avvisano che,in questo campo rimarremo per pochi giorni, giusto il tempo della disinfestazione e poi ci trasferiranno in un campo di concentramento definitivo. Quando ci hanno accompagnati all'accampamento tende,era tardi,però ho notato che l'accampamento è una collina che va in salita con molta erba alta e fresca, comunque, siamo entrati nella tenda,otto persone per tenda,stanchi e deboli come eravamo,ci siamo buttati per terra e abbiamo dormito tutti profondamente. Alla sveglia del mattino ci siamo alzati e per accudire le nostre pulizie personali,per recarci nei servizi igienici,tutti all'aperto,dobbiamo attraversare il prato verdeggiante e pieno di brina mattutina,che,vestiti o meglio svestiti tutti alla meno peggio ci siamo bagnati quasi fino al ventre che come sembianze scheletrite saltellante irrompendo la cristallina brina mattutina che riflette lo spettro solare dei colori ai primi raggi del sole;e questo, ci rincuora perché é la prima volta che dopo lungo e strepitoso episodio del trattamento subito nella nave,e precedenti,la nostra portanza fisica é oggi ridotta del cinquanta per cento rispetto dall'inizio della cattività di prigionia. Diciamo é acqua passata e fidiamo nella provvidenza di Dio. Oggi, infatti é una grande giornata ",13 Aprile 1941" la Santa Pasqua di risurrezione,SESSANTOTTESIMO giorno di prigionia e ci auguriamo che sia il primo di un nuovo e graduale miglioramento.